Concentrato nei territori della Lunigiana e della Garfagnana, quello delle statue stele è un fenomeno da ricollegare, per quanto finora noto, a pratiche rituali connesse alla gestione del territorio.
Studiate a partire dal 182, quando a Zignago (Alta Val di Vara) avvenne il primo ritrovamento, le statue stele risalgono in gran parte all’età del Rame (3600-2300 A.C.), periodo a cui fanno riferimento, per forme e tipologie, gli oggetti (armi ed ornamenti) riprodotti in molte di esse.
Scolpite su lastre di arenaria, rappresentano in maniera stilizzata figure maschili (riconoscibili per la presenza di armi), femminili (identificate dalla raffigurazione dei seni) o assessuate.
Nessuna di esse è stata ritrovata in corrispondenza di sepolture o abitati: molte, invece, erano posizionate presso punti importanti all’interno del territorio (pascoli, guadi, confini, boschi, zone di osservazione).
Mancando altri dati utili, le statue stele sono quindi considerate rappresentazioni di personaggi importanti all’interno della società di allora (antenati, capi, conoscitori di risorse), poste a controllo e protezione di luoghi fondamentali per la sopravvivenza.
Le stele anche successivamente all’età del Rame non cessarono di essere oggetto di rispetto e hanno continuato ad essere un elemento caratterizzante del territorio.
Nel corso del VII-VI secolo A.C., probabilmente in occasione del loro riuso come segnacoli tombali di personaggi eminenti, alcuni di questi monumenti sono stati rilavorati: su di essi sono state rappresentate le armi tipiche di quell’epoca: daghe ad antenne, coppie di giavellotti e ascie, mentre altre statue stele sono state create “ex novo”.