Da una primitiva economia di sussistenza, basata sulla caccia e sulla raccolta di frutti e vegetali spontanei, gradualmente le comunità umane passarono a forme più complesse, quali l’agricoltura, l’allevamento e la pastorizia. Tali pratiche, introdotte a partire dal Neolitico, dal Medio Oriente si diffondono nel Mediterraneo e in Europa intorno al 6000 A.C. e portarono ad un rapporto più diversificato col territorio, che comincia ad essere trasformato dall’uomo.
Per ottenere terreni da coltivare e pascoli per il bestiame gli uomini neolitici iniziano a ridurre gli spazi boschivi, diradando col fuoco le grandi foreste che in origine occupavano le alture.
Il nuovo uso delle risorse del territorio porta ad un miglioramento delle condizioni di vita, ad un aumento della popolazione e ad una socità più complessa, in cui prendono a manifestarsi delle specializzazioni nei vari settori produttivi, che consentono attività quali il riconoscimento e lo sfruttamento dei giacimenti di minerali.
Nella Liguria orientale (a Monte Loreto, nell’entroterra di Sestri Levante) sono state ritrovate le tracce delle più antiche miniere di rame finora note in Europa occidentale (3600-2400 A.C.).
Sempre all’età del Rame (2600-2300 A.C.) appartengono le cave di diaspro rosso di valle Lagorara, presso Maissana, dalle quali si ottenevano schegge che, opportunamente lavorate, diventavano taglienti punte di freccia.
Con l’età del Bronzo (2300-1000 A.C.) cominciano ad essere costruiti i terrazzamenti, che diventeranno il segno distintivo del paesaggio ligure.